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Le arti marziali sono violente, mito o realtà?

Nel cuore della vita quotidiana, risiede una verità sorprendente: la violenza non è confinata alle azioni esplicite. Può essere presente in gesti quotidiani che all’apparenza sembrano innocui: appendere un quadro o tagliare delle verdure ti danno accesso a due utensili facilmente usabili come armi. Anche fare una domanda può essere pericolo se posta alla persona sbagliata nel momento sbagliato. Questa riflessione ci porta a comprendere che la violenza non sta nell’azione in sé, ma nell’intenzione e nel contesto.

Forza o Violenza?

Quando pensiamo alle arti marziali, spesso ci interroghiamo: sono per natura violente? A proposito di questo argomento, descrivo uno degli episodi che più mette a disagio i marzialisti in questo articolo: “pratichi arti marziali?! Allora dobbiamo stare attenti!”. La realtà è più complessa. Le arti marziali, come il Wing Chun, possono essere interpretate in modi diversi. Il vero quesito è: “Perché pratico quest’arte?”.

La Storia di Alessandro – Dalla Rabbia alla Serenità

Prendiamo Alessandro (ehm…un nome a caso 😛 ), uno studente di arti marziali, che inizia il suo percorso marziale praticando Ju-Jitsu e continuando con lo studio del Wing Chun approcciandosi a questo mondo con un bagaglio di frustrazione e rabbia interiore. Attraverso la pratica costante, Alessandro scopre una verità fondamentale: il Wing Chun non è solo un mezzo per difendersi, ma un cammino verso la comprensione di sé. Ale impara a riconoscere da cosa è scatenata la rabbia e intraprende un viaggio che lo porta a guarire i suoi traumi.

Adesso, Ale è una persona completamente diversa, in grado di ascoltare se stesso e gli altri. Si ama di più ed è più in pace con se stesso e il mondo circostante. Non è assolutamente un santo, ma ha fatto passi da gigante rispetto a diversi anni fa.

Nella nostra scuola Benessere Kung Fu, l’approccio al Wing Chun trascende la mera tecnica fisica. Si tratta di un viaggio interiore, dove ogni movimento, ogni forma, diventa uno specchio dell’anima. Imparare a colpire o a difendersi è solo l’inizio; il vero obiettivo è scoprire chi siamo veramente.

Costruire Ponti, Non Muri

Il Wing Chun, così come lo insegniamo, è una pratica di connessione, non solo con noi stessi, ma anche con gli altri. Attraverso la comprensione di questa arte, mettiamo in pratica i valori del Chan Wu Yi, il codice di condotta dei monaci Shaolin, volto a rispetto reciproco e la coesistenza pacifica.

I Pilastri del Nostro Insegnamento

Al centro della nostra filosofia ci sono due elementi chiave: il controllo del respiro, come descritto più dettagliatamente in questo articolo, e la disciplina della mente. Questi non solo migliorano la nostra pratica del Wing Chun, ma arricchiscono ogni aspetto della nostra vita, portando equilibrio e benessere, come descritto in questo articolo.

Un Invito alla Scoperta

Invitiamo chiunque sia curioso di esplorare questa arte antica, non solo per imparare a difendersi, ma per intraprendere un viaggio trasformativo. Nella nostra scuola, troverai una comunità di persone unite dalla passione per l’auto-sviluppo e il benessere reciproco. Imparerai a percepire il tuo corpo così come le tue emozioni e a rispondere agli stimoli esterni, gestendoli senza soccombere a essi.

La Vera Forza è nell’Armonia

In conclusione, il Wing Chun è molto più di una semplice arte marziale. È un percorso di crescita personale, di comprensione interiore e di armonia con il mondo circostante. Prenota una lezione di prova gratuita per iniziare insieme questo viaggio straordinario.

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Kung Fu Pillole di Benessere

Quello che più mi manca quando non sono a scuola

La nostra scuola di Wing Chun è molto più di un semplice luogo in cui allenarsi. È un ambiente in cui si instaura un campanilismo, un senso di appartenenza e una forza che va oltre le mura stesse. Quando non sono a scuola, mi manca profondamente questa sensazione di essere parte di un gruppo unito, di essere compagni d’arme che si sostengono e si aiutano reciprocamente. Questo articolo è un invito a scoprire quanto sia speciale e preziosa questa esperienza e come possa trasformare la nostra vita.

Amicizie che durano una vita

Durante le lezioni, gli allenamenti si trasformano in una palestra di vita. Qui si formano amicizie che vanno oltre il semplice legame sportivo. Mi sono reso conto di quanto il gruppo fosse maturato dall’essere un rifugio nel quale essere davvero me stesso in uno specchio che mi insegnasse i punti dove migliorare la mia tecnica, il mio carattere e il mio approccio.

Hai mai provato a vivere la realtà di un gruppo che ti sostiene, ti incoraggia e ti aiuta a superare le sfide? Le amicizie che nascono sul tatami possono durare per sempre perché si condivide un percorso di crescita e di superamento delle difficoltà insieme.

Nel Wing Chun, come in tantissime altre discipline marziali e non, allenarsi insieme è fondamentale. Ed è proprio in questo contesto che potrai trarne i maggiori benefici in termini di gruppo perché imparerai ad usare il tuo corpo come strumento di difesa e di controllo.

Con gli allenamenti, imparerai a schivare e portare colpi e ad applicare leve articolari in modo sicuro ed efficace. Questo richiede una grande attenzione nei confronti del compagno di allenamento, creando così un rapporto di fiducia unico e fortissimo.

I nostri valori

Per raccogliere tutti i frutti dell’allenamento, è fondamentale avere un mindset rivolto ai valori del Chan Wu Yi, l’essenza del Kung Fu. Questi valori includono rispetto, disciplina mentale, compassione, umiltà, sincerità, integrità e rispetto per la natura. Adottando questo mindset, siamo in grado di trarre il massimo beneficio dai nostri allenamenti, sia a livello fisico che spirituale.

Vivrai una realtà che non vuole scadere nel fanatismo, ma crede in una visione: creare una comunità di persone che abbia come valore principale il benessere psico-fisico.

Tramite l’applicazione costante del Chan Wu Yi, ti verrà naturale porre il lbenessere psico-fisico tuo e dei tuoi cari in cima alle priorità, facendoti condurre una vita con meno stress e più entusiasmo.

Il potere di un gruppo coeso

Essere parte di un gruppo coeso all’interno di Benessere Kung Fu offre numerosi vantaggi. Oltre alla motivazione reciproca, ci sosteniamo a vicenda nelle fatiche e negli obiettivi. L’energia del gruppo ci spinge a superare i nostri limiti, a crescere atleticamente e a raggiungere risultati che altrimenti sarebbero difficili da conquistare da soli. Inoltre, il senso di appartenenza e il supporto emotivo che si riceve da un gruppo coeso sono inestimabili per il benessere mentale e emotivo, come descritto nei seguenti articoli [1, 2]

Dove puoi trovare il gruppo per te?

Quello che posso consigliarti è di visitare diverse palestre e vedere in quale gruppo ti senti più a tuo agio. Non ci sono problemi nello sfruttare le lezioni di prova, lasciar sedimentare l’esperienza per un giorno o due e poi decidere cosa fare. Non è una scelta facile, prenditi il tuo tempo in totale relax.

Noi di Benessere Kung Fu, facciamo di tutto per trasmettere il mindset giusto ai nostri praticanti. Ci impegniamo a creare un ambiente accogliente, inclusivo e rispettoso, in cui ognuno può sviluppare le proprie capacità e raggiungere i propri obiettivi. Promuoviamo la coesione di gruppo, il supporto reciproco e la crescita collettiva, sia dentro che fuori dalla scuola.

Inoltre, ci impegniamo a creare un ambiente in cui ogni persona si senta accolta e rispettata. Oltre a insegnare le tecniche del Wing Chun, ci concentriamo sulla creazione di un gruppo coeso e solidale. Al di là del tatami, cerchiamo di trasmettere valori che si riflettono nella vita di ogni giorno.

Essere parte di un gruppo coeso in una scuola di arti marziali è un’esperienza unica e preziosa. Oltre ai benefici fisici dell’allenamento, si crea una rete di amicizie solide e durature.

Prenota ora una lezione di prova gratuita e per toccare con mano cosa intendiamo per gruppo coeso. Il campanilismo, l’arte del Wing Chun e i valori del Chan Wu Yi ti accompagneranno in un percorso di crescita personale e di trasformazione.

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Come la strada meno percorsa ti migliorerà la vita

La vita è un viaggio imprevedibile e spesso ci troviamo di fronte a situazioni difficili e dolorose. Invece di evitare il dolore, la strada maggiormente usata, ti illustro come puoi migliorare la tua vita attraverso la strada meno percorsa: imparare a stare con il dolore.

Ti sarà chiara l’importanza di affrontare il dolore e come raccoglierne i frutti.

Dolore = crescita

Nella nostra cultura, siamo spesso indotti a respingere il dolore e a cercare immediatamente il sollievo. Tuttavia, puoi vedere il dolore come un insegnante prezioso. Accogliamo il dolore come un segnale che ci indica i nostri limiti e ci spinge a superarli. Affrontando il dolore, impariamo a conoscerlo, ad accettarlo e ad andare oltre i nostri limiti attuali.

Bisogna stare attenti a non ricercare il dolore a tutti i costi. Non sto parlando di infliggerti dolore sadicamente. La vita porta con sé dolori continui: una brutta notizia, il non sentire più un amico o realizzare che gli anni stanno passando e non si è più quelli di una volta.

Quindi di fonti di dolore ce ne sono diverse senza che le andiamo a cercare. Quello che puoi fare è accettare che facciano parte della vita.

Crescita attraverso l’accettazione del dolore

Accettare il dolore, quindi, non significa sottomettersi ad esso, ma piuttosto imparare a convivere con esso e a superarlo. Nel Wing Chun, ogni allenamento ci mette alla prova, sia fisicamente che mentalmente. Attraverso esercizi isometrici e non, impariamo a stare con il dolore, a superare le nostre paure e a crescere come individui. È solo attraverso la sfida e l’accettazione del dolore che possiamo raggiungere livelli di abilità e consapevolezza che mai avremmo pensato possibili.

Stare con il dolore nella vita quotidiana: Tips and Tricks

Tutto l’allenamento fisico ed emotivo praticato in palestra ti aiuta ad affrontare meglio il dolore nella vita quotidiana, come spiegato in questo articolo. Ecco alcuni suggerimenti preziosi per aiutarti lungo il percorso:

  1. Pratica la consapevolezza: Sii presente nel momento presente e osserva le sensazioni del dolore senza giudizio. Accetta la sua presenza e permetti che passi.
  2. Coltiva la resilienza emotiva: Impara a gestire le emozioni che accompagnano il dolore. Sviluppa una mentalità positiva e cerca il supporto delle persone care.
  3. Sperimenta tecniche di rilassamento: Trova tecniche di rilassamento che funzionano per te, come la meditazione, lo yoga o la respirazione profonda della quale parlo più approfonditamente in questo articolo. Queste possono aiutarti a ridurre il dolore e a trovare equilibrio interiore.
  4. Cerca il supporto di una comunità: Trova persone che condividono i tuoi valori e che ti sostengono nel tuo cammino. Una comunità solidale può offrirti supporto e incoraggiamento quando affronti momenti difficili.

Come Benessere Kung Fu ti aiuta a stare con il dolore

Presso la nostra palestra di Wing Chun, ci alleniamo costantemente ad accettare il dolore. Attraverso esercizi isometrici che mettono sotto pressione i nostri muscoli e tecniche di combattimento che sfidano i nostri limiti, impariamo ad abbracciare il dolore come parte integrante del nostro percorso di crescita. Con il sostegno dei nostri istruttori e dei compagni di allenamento, sviluppiamo forza mentale, disciplina e una maggiore consapevolezza di noi stessi.

Per concludere: La strada meno percorsa di accettazione del dolore può sembrare spaventosa, ma è un viaggio che ci porta a una crescita straordinaria. Attraverso lo studio del Wing Chun, puoi essere testimone dei benefici di affrontare il dolore e di crescere attraverso di esso.

Ricorda che il dolore non è un ostacolo da evitare, ma un insegnante che ci guida verso una versione migliore di te stesso.

Metti in pratica i consigli su come affrontare il dolore nella vita quotidiana e sii aperto all’accettazione e alla crescita.

Nella nostra palestra di Wing Chun, ti offriamo un ambiente di supporto e allenamenti che ti aiuteranno ad accettare il dolore, a raggiungere alti livelli di consapevolezza e abilità e allo stesso tempo aiutarti a navigare le fasi della vita con rilassatezza e serenità.

Prenota ora una lezione di prova gratuita per cominciare il tuo percorso.

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Una tecnica straordinaria per migliorare nelle arti marziali e nella vita

Ti è mai capitato di sognare ad occhi aperti? Se la risposta è si allora potrai facilmente mettere in pratica una tecnica straordinaria per migliorare nelle arti marziali e nella vita.

Non hai bisogno di nulla se non della tua mente e la tecnica di cui ti sto per parlare ti può servire, da un lato, per migliorare coordinazione, memoria e fluidità (della quale parlo più in dettaglio in questo articolo). Dall’altro, può esserti utile per ridurre stress, insicurezza e demotivazione.

La tecnica

La tecnica è la visualizzazione e consiste nel “vederti” dall’esterno, osservandoti mentre compi un movimento.

È una tecnica grazie alla quale puoi migliorare coordinazione e forza se la usi in combinazione con degli allenamenti regolari, come dimostrano questi studi [1], [2].

Ma puoi anche usarla per capire cosa fare in momenti più o meno difficili.

Distinguo, quindi, la spiegazione in due scenari differenti, in palestra e nella vita quotidiana

In palestra

In palestra, ogni qual volta ti viene spiegata una tecnica puoi applicare la visualizzazione integrandola nel tuo allenamento. Come? Seguendo questi passi:

  • Cerca di riprodurre il movimento dal vivo concentrandoti su un elemento alla volta come la rotazione di un arto o uno spostamento laterale.
  • Prima di ogni ripetizione, cerca di vedere il tuo corpo avanzare, spostarsi di peso, ruotare. Vediti agire nello spazio e in relazione al tuo compagno.
  • Adesso esegui il movimento.
  • Ingloba gli elementi uno alla volta, legandoli in sequenza, quando i movimenti praticati fino ad ora ti vengono facili
  • A fine lezione e durante i giorni successivi continua a visualizzarti in palestra mentre ripeti le tecniche con il compagno.

Ci sono tre fattori importanti da tenere presente quando si visualizza. Il primo è quello di ricreare un contesto rilassante. Se la tecnica sta portando a galla della frustrazione, respira con il diaframma, e chiedi di vedere una versione semplificata.

Il secondo consiste nel non auto flagellarsi se i miglioramenti non si percepiscono nell’immediato. Serve del tempo per acquisire dimestichezza nella visualizzazione e affinché abbia l’effetto desiderato.

Il terzo fattore è di cercare di usare la visualizzazione quanto più possibile. Visualizza non solo i tuoi movimenti, ma anche quelli del tuo compagno fino a ricreare veri e propri scenari: una tua realtà virtuale nella quale ti eserciti come se la vivessi di persona.

Nella vita quotidiana

Fuori dalla palestra puoi ancora usufruire dei benefici della visualizzazione usandola per immaginare situazioni nelle quali vuoi studiare come ti puoi comportare.

È un po’ come il giocatore di scacchi che visualizza un tot di possibili mosse che possono essere fatte.

L’esempio di Micheal Phelps credo possa esserti di aiuto: ha usato la visualizzazione per ridurre lo stress prima di una competizione. Michael si rilassava, immaginava la gara vista da prospettive differenti (come fossero differenti telecamere), esplorava diversi scenari, non solo quello positivo, così da essere preparato nel modo migliore. Successivamente, rendeva la visualizzazione quanto più reale possibile ingaggiando tutti i sensi immaginando, per esempio, la sensazione dell’acqua sfiorargli la pelle. E infine, rendeva la visualizzazione parte integrante di qualsiasi altro allenamento, con pari dignità.

Una nota di attenzione deve essere scritta a questo punto. La visualizzazione, soprattutto quando applicata a situazioni al di fuori della palestra, potrebbe smuovere ricordi poco piacevoli o scenari indesiderati che promuovono ansia e, in casi acuti, depressione.

Quindi la raccomandazione è di praticare questa tecnica con la guida di una persona esperta che sappia come instradare la visualizzazione e aiutarti a gestire immagini che portano a galla stati d’animo non benvenuti.

Come ti aiuta?

Quando la visualizzazione diventa parte della tua vita mentale, una volta che hai imparato a gestire le emozioni che ne possono derivare, i benefici sono tanti come li descrive in dettaglio questo articolo. Uno su tutti è la riduzione dello stress.

Ma ti aiuta anche ad acquisire sicurezza nell’applicazione delle tecniche, una maggiore capacità di gestire le tue reazioni in situazioni di stress e velocità di apprendimento.

Tutti questi vantaggi creano uno stato di profondo benessere.

Come esercitarla?

Il primo passo è parlarne, confrontarsi e cominciare in piccolo. La visualizzazione è uno strumento che si impara ad usare un passo alla volta.

Puoi cominciare con l’individuare che tipo di movimento vuoi imparare. Quando avrai acquisito una certa scioltezza e dinamicità, passa pure ad un movimento più articolato.

Esplora molto cautamente la visualizzazione al di fuori della palestra. Condividi la tua esperienza con gli altri così da evitare trappole e sapere quando fermarti e, nel caso, chiedere aiuto ad un professionista.

Noi di Benessere Kung Fu ci orientiamo sull’insegnare tecniche di visualizzazione che aiutino ad apprendere il Wing Chun, ma non disdegniamo una conversazione, magari anche “difficile”, su come applicarle in un contesto di vita quotidiana.

Se hai voglia di approfondire la visualizzazione, una tecnica straordinaria per migliorare nelle arti marziali e nella vita, i suoi utilizzi e benefici, prenota una lezione di prova gratuita. Saremo felici di guidarti nel modo più sano, sicuro e adatto a te.

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Il dirompente segreto delle arti marziali che nessuno vi racconta

Quale immagine ti viene in mente quando pensi alle arti marziali? Io vedo un vecchietto che vive sul cucuzzolo di una montagna. Un vecchio saggio che al momento opportuno è più veloce di un serpente a sonagli. Vedo allievi che pendono dalle sue labbra e aspirano a carpire tutti i suoi segreti.

In passato

I segreti delle arti marziali esistono, anzi esistevano. Prima, le varie discipline venivano tramandate solo oralmente di discepolo in discepolo. Era facile dare il proprio contributo, nel bene e nel male, quando si insegnava. Così come era normale per un allievo ricercare gli insegnamenti del maestro che aveva dato origine alla propria arte marziale o chi a lui più vicino.

Dopo anni di studio non solo della propria, ma anche di altre arti marziali, un maestro acquisiva un’aura di autorevolezza e imponenza. E i discepoli di grado superiore al primo, quelli cioè che imparavano dagli allievi diretti del maestro, volevano allenarsi con lui. Ma il tempo, le risorse e la cultura non permettevano a tutti di attingere agli insegnamenti del maestro.

Questo ti fa capire da dove ha origine il mito dei segreti delle arti marziali.

Oggi

Sono passati diverse centinaia di anni dallo scenario che ho descritto poco fa, ma il mito resta ancora.

Parlo di mito perché oggi non ci sono più quelli che siamo abituati a chiamare segreti: non ci sono più tecniche infallibili che solo un maestro in assoluto conosce e che tramanderà in un’ultima lezione ad un solo allievo prima di morire.

Adesso, con l’avvento della ricerca scientifica, abbiamo trattati di biomeccanica che studiano sia il movimento in generale sia la postura, le leve e le forze applicate alle arti marziali. Basta fare una ricerca veloce su goodreads.com per avere un’idea del materiale che c’è in giro.

Volumi simili di letteratura li trovi anche sulle tecniche di allenamento. Non esistono più gli esercizi che puoi fare solo in una certa scuola e che non verranno mai divulgati se non dopo almeno 10 anni di frequentazione assidua.

Quindi qual è il segreto?

Sebbene si abbia un sapere enciclopedico sugli elementi che costituiscono le arti marziali, un ingrediente ancora manca. Quello che a me piace chiamare segreto perché ancora, purtroppo, non così diffuso: la condivisione.

Sto parlando della bellezza di essere liberi di esprimere le proprie perplessità, proposte, entusiasmo e frustrazione in palestra, con il maestro e gli altri allievi.

Sto parlando della condivisione di una visione e missione della scuola che vadano al di là dell’insegare una serie di movimenti specifici. La mancanza di gerarchie, frutto di un alto grado di condivisione e maturità, le ho viste solo in pochissime palestre.

È la condivisione il segreto che spinge a scoprirsi, crescere e maturare come persone e come marzialisti. Poi sta a te scegliere se vuoi essere più un marzialista o un combattente, come ti spiego in quest’altro post, ma devi pur sempre essere invogliato a esprimerti.

E ora?

E ora ti invito a scoprire una scuola che sappia creare attorno a te una realtà dove puoi essere te stesso e crescere guidato dall’esperienza sì, ma da nessuna imposizione.

Noi di Benessere Kung Fu abbiamo una missione ben precisa e ci impegniamo a far crescere tutti nel rispetto della scuola, della missione, degli istruttori e degli altri allievi. Abbiamo corsi per bambini e adulti e creiamo percorsi personalizzati, sempre attenti alle esigenze di ogni singolo allievo.

Prenota una lezione di prova gratuita e comincia ad allenarti in una palestra che valorizza la condivisione.

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Pillole di Benessere Kung Fu

L‘insegnamento delle arti marziali che porterò sempre con me

Posso dire che le arti marziali mi hanno salvato? Ma si, lo dico perché è vero. Mi hanno salvato da una vita priva di gioia, soddisfazione e rilassatezza.

E lo hanno fatto grazie alle ore passate ad imparare un insegnamento che porterò sempre con me. Gli anni trascorsi ad apprendere i principii fondamentali di uscita, sbilanciamento e restituzione (ne parlo in dettaglio in questo articolo) mi hanno trasmesso, quasi per osmosi, un insegnamento senza il quale la mia vita sarebbe completamente diversa: la scelta.

Che cos’è la scelta?

È l’unione di consapevolezza e confidenza nel fatto che si ha sempre la libertà di scelta in qualsiasi situazione ci si trovi, non importa quanto opprimente essa sia.

In palestra ci alleniamo in scenari che alzano il livello di stress pur mantenendo alta la sicurezza per tutti. Vediamo, per esempio, come uscire da prese immobilizzanti o da attacchi multipli.

Ed è grazie alla costruzione di questi scenari che si assorbe la calma, lucidità e coordinazione giusta per scegliere cosa fare: liberarsi solo per scappare o per portare chi attacca a terra o per contrattaccare annullando successivi tentativi di attacco?

Padroneggiare i principii, quindi, fa emergere la la scelta di sapere cosa fare e perché.

Perché mi è utile?

Ritagliarsi la possibilità di scegliere significa vivere liberi da qualsiasi forma di schiavitù, anche quando si subisce una schiavitù reale, come insegna magistralmente lo psichiatra e sopravvissuto ai campi di concentramento Viktor Frankl nel suo libro Man’s search for meaning.

Le arti marziali ti donano la scelta e questa, a sua volta, ti permette di vedere la vita da un altro punto di vista e trasformare un attacco in un’opportunità.

E gli attacchi, fuori dalla palestra, sono spesso psicologici ed emotivi, ma non importa perché quello che assorbi sul tatami lo puoi applicare ovunque.

Come applico la scelta?

Pensa ad un episodio non troppo stressante cercando di rivedere quello che è successo come se stessi guardando un film, con distacco. Se il distacco non è così grande e ti senti ancora troppo coinvolto, fai un passo indietro, un bel respiro profondo con il diaframma e scegli un altro episodio con un impatto emotivo minore.

Una volta trovato l’episodio giusto per te, rispondi alla domanda: se una persona a te cara ti raccontasse di aver vissuto quello stesso episodio come se fosse stata al tuo posto, vivendo tutto dalla tua prospettiva, che cosa le suggeriresti di fare?

Questo esercizio ti permette di avere uno sguardo d’insieme uscendo dalla presa emotiva della situazione. Ti sorprenderai per la saggezza con la quale consiglierai la persona a te cara, sbilanciando la tua mente che avrà meno appigli sui quali fare leva per stressarti. Infine, restituirai la forza con la quale lo stress cerca di afferrarti al mittente trasformandola in entusiasmo per i consigli che avrai dato, in fin dei conti, a te stesso.

Esercitati e vedrai che nel giro di qualche giorno, dipendentemente da quanto ti alleni, comincerai a vedere un ventaglio di opzioni più ampio di quello attuale. Avrai, quindi la libertà di scegliere chi vuoi essere.

Dove esercito la scelta?

Ovunque ti senta a tuo agio nel prenderti una pausa, ascoltare il tuo corpo e le emozioni che vengono a galla dall’episodio di vita vissuta che hai scelto.

Noi di Benessere Kung Fu ci focalizziamo sull’apprendimento continuo di come creare lo spazio per esercitare la nostra libertà di scelta. Ti possiamo insegnare come sentirti a tuo agio in una situazione stressante e come uscirne con lucidità e coordinazione. E poiché abbiamo il benessere di tutti a cuore, condividiamo la nostra filosofia di vita nei nostri corsi per adulti e bambini.

Prenota ora una lezione di prova gratuita per toccare con mano quello di cui ti ho parlato in questo post.

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L’elemento chiave delle arti marziali che pochi applicano

Ebbene si, le arti marziali hanno un elemento chiave che non solo le accumuna, ma è di fondamentale importanza per assimilare gli insegnamenti di ogni disciplina.

Non sto parlando di un segreto perché è solo un elemento chiave conosciuto da tutti ma applicato da pochi: la fluidità.

Che cos’è?

Se i principii sui quali si fondano tutte le arti marziali, uscire, sbilanciare, restituire, descritti in maggior dettaglio in questo articolo, puoi vederli come i mattoni per costruire il tuo percorso marziale, la fluidità è il cemento che li tiene uniti.

Ma che cos’è di preciso la fluidità? Vedila come la capacità di adattarsi, modellarsi agli impulsi esterni. quando vedi un marzialista che si impegna ad essere fluido lo riconosci subito. I suoi movimenti sono sintetici, potenti, ma morbidi. Hai di fronte un marzialista che risponde agli impulsi, non reagisce seguendo uno schema pre-impostato.

Puoi notare come, quasi senza sforzo alcuno, esce dalla traiettoria, sbilancia l’avversario e gli restituisce la forza con la quale ha attaccato.

Quando non riuscirai a distinguere le tre fasi avrai la certezza che il marzialista che stai osservando ha fatto suo il concetto di fluidità.

In ultima analisi, la fluidità è la manifestazione dell’applicazione dei tre principii fondamentali delle arti marziali.

Per poter raggiungere uno stato di fluidità devi per forza focalizzarti sullo studio, applicazione e interiorizzazione dei principii. Questo rende la fluidità un punto di partenza e di arrivo in costante evoluzione.

Perché è importante?

La fluidità non è solo bella da vedere, ma anche utilissima. Proprio perché agisce come spinta al miglioramento, è di vitale importanza in palestra e fuori.

In palestra funziona come un faro richiamando l’attenzione verso il traguardo che vuoi raggiungere. Man mano che ti avvicini padroneggiando i principii di uscita, sbilanciamento e restituzione, la meta si allontana un po’ di più perché ci sarà sempre qualcosa da affinare. Vivrai la tua versione del paradosso di Achille e la tartaruga.

Fuori dalla palestra, invece, dove le minacce sono più emotive e psicologiche, la fluidità è più uno stato mentale grazie al quale riesci ad applicare i principii fondamentali delle arti marziali con disinvoltura.

Ti verrà facile, con la pratica, adattarti alla situazione stressante senza soccombere all’ansia o preoccupazione, ma mantenendo una compostezza e aderenza ai tuoi valori. Quelli che ritieni più importanti e per i quali vale la pena vivere ed evolvere.

Puoi trovare un esempio più completo su come applicare i principii delle arti marziali fuori dalla palestra in questo articolo.

Presso Benessere Kung Fu si comincia a imparare la fluidità da piccoli. I bambini imparano a ricercarla giocando ed esplorando i principii delle arti marziali sotto la sapiente guida del maestro Paolo Melotto.

Come la esercitiamo?

Per cominciare ad acquisire fluidità, comincia ad essere più presente quando ti muovi. Dedicati sessioni di 5 minuti l’una e per ogni movimento del tuo corpo sii pienamente consapevole di tutti i muscoli che stanno agendo. Puoi anche semplicemente camminare, preparare il caffè o sederti. Dove c’è movimento, c’è fluidità.

In poco tempo noterai cosa ti riesce meglio e cosa no. Dove hai maggior equilibrio e dove devi lavorare per far sì che tutto il tuo corpo collabori a raggiungere il risultato desiderato.

Se vuoi accelerare, approfondire e interiorizzare ancora di più il concetto di fluidità prenota una lezione di prova gratuita. Noi di Benessere Kung Fu siamo completamente focalizzati sul supportarti nell’esplorazione, comprensione e raggiungimento della fluidità per farti stare ancora meglio con te stesso e gli altri.

Ti aspettiamo!

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Perché odio le arti marziali e come fare per amarle

Lo so che il titolo ti ha potuto far sorgere la domanda “ma come, dopo 15 anni di arti marziali continui a praticarle e le odi?” E la risposta è semplice. È un po’ la differenza che c’è tra giocare a calcio e seguire tutte le polemiche e discussioni prima, durante e dopo un match.

Io odio tutto il contorno, tutte le discussioni inutili su quale arte marziale sia la migliore, addirittura la perfetta, e che renda qualsiasi praticante un super guerriero. A proposito di perfezione, se vuoi una guida su quale possa essere l’arte marziale “perfetta” leggi questo articolo.

Invece, quello che amo delle arti marziali, tutte, è la presenza di tre elementi principali declinati in modo differente a seconda delle esigenza, cultura e utilizzo. Mi piace tantissimo studiare come questi principii sono rappresentati dalla coerenza dei movimenti che identificano un’arte marziale.

I principii sono il cuore pulsante della mia passione verso le discipline marziali e spero che in questo post possa trasmetterti un po’ del loro fascino e darti gli strumenti per amare tutte le arti marziali.

I principii

I mattonici che rendono una disciplina un’arte marziale possono essere schematizzati come segue:

  • Uscire — Si intende l’uscire dalla linea di attacco
  • Sbilanciare — Portare chi attacca in una condizione di squilibrio dalla quale è difficile che possa avere la possibilità di contro attaccare
  • Restituire — Assorbire la forza che viene esercitata su di te e restituirla a chi porta l’attacco

Come puoi immaginare, questi tre principii sono altamente interconnessi e non esiste nessuna gerarchia che veda uno più importante dell’altro.

Perché imparare ad applicarli

Questi tre pilastri delle arti marziali sono

  • Fondamentali per darti una guida: tutto quello che impari deve soddisfarli ed essere coerente con quello che hai imparato precedentemente;
  • Universali perché impattano la tua vita a 360°.

Perché dovrebbe interessarti avere una guida di quello che impari e come possono impattare la tua vita al di fuori del tatami?

Per risponderti immagina per un momento che l’attacco che subisci non è fisico. Non c’è nessun pugno, né calcio, né spinta. Invece, subisci un attacco psicologico: hai una deadline da rispettare e sei indietro con il lavoro o sei preoccupato per lo stato di salute di una persona a te cara. Puoi applicare l’uscire, lo sbilanciare e il restituire esattamente come faresti per una minaccia fisica.

Puoi, per esempio, uscire dalla morsa di panico o preoccupazione grazie a dei respiri profondi diaframmatici per poi, una volta acquisita più calma mentale grazie alla respirazione, sbilanciare la minaccia focalizzandoti su approcci e punti di vista alternativi. Infine, puoi restituire la forza della minaccia contro di lei scegliendo di impegnarti a prendere delle azioni pratiche che ti avvicinino alla persona che vuoi essere.

Questi passi sono prescritti, secondo un punto di vista diverso ed efficacissimo, dall’approccio ACT, acceptance and commitment therapy, e sono spiegati in dettaglio in questo libro di facile accesso e molto istruttivo.

In più, i passi sopra descritti sono perfettamente in linea con l’approccio mindfulness che può essere molto utile ai bambini, come evidenziato in questo articolo.

E l’amore sboccia

Quindi, quando lavori sul tatami con i tuoi compagni e ti impegni a diventare un marzialista che abbia un quadro limpido dei principii descritti sopra scatterà l’amore per quello che studi. Farai tuoi tutti gli insegnamenti appresi in palestra e li applicherai nella vita di tutti i giorni.

Presso la palestra di Benessere Kung Fu troverai l’ambiente adatto a far sbocciare l’amore per le arti marziali. Troverai terreno fertile per imparare, applicare e padroneggiare i principii di uscire, sbilanciare e restituire che ti permetteranno di condurre una vita con un livello superiore di benessere.

Prenota una lezione di prova gratuita per toccare con mano quello di cui ti ho parlato in questo articolo.

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Kung Fu

La perfetta arte marziale esiste, ma non è quella che credi

La diatriba su quale possa essere l’arte marziale perfetta è vecchia come il mondo. Ogni periodo storico vede contendenti marziali che cercano di far prevalere la propria disciplina facendola trionfare come quella perfetta.

Il punto principale da affrontare è a monte: ancor prima di capire quale arte marziale sia quella perfetta dobbiamo capire cosa si intende per perfetta.

Perfetta per chi?

Permettimi di chiarire che noi di Benessere Kung Fu non identifichiamo la perfezione con l’idea di invincibilità. Nessuna disciplina rende una persona invincibile, da danni fisici e possibili scossoni psicologici, durante una minaccia reale.

Quindi, un’arte marziale può essere perfetta per il content creator per attirare l’attenzione sui social o per lo stuntman per far parte del cast di un film o per un istruttore per riuscire a scrivere un blog post 😛

Ma ora il cardine di tutto non è il content creator, non è neanche il Gran Maestro di una scuola in particolare. Il cardine sei tu. Ed è in questo che voglio darti tutto il mio supporto. Voglio aiutarti a creare una tua definizione di arte marziale perfetta.

La tua definizione di arte marziale perfetta

Il processo di creazione della tua definizione di perfezione è semplice. Basta rispondere a tre domande. Vediamole insieme

Cosa vuoi ottenere?

Rispondi a questa domanda in totale sincerità pensando a come vuoi vederti e come vuoi che le altre persone ti vedano come praticante di un’arte marziale in un anno. Hai un esempio al quale vuoi ispirarti? Come vuoi evolvere come persona, atleta e marzialista?

Ti porto la mia esperienza come esempio. Premetto che le risposte alle domande precedenti sono cambiate nel corso degli anni.

Se me le pongo ora, direi che voglio vedermi ed essere percepito come una persona, atleta e marzialista che è capace di apprendere, fare propri e mettere in discussione gli insegnamenti di un’arte marziale. Voglio poter pensare di me che sono in grado di evolvere individuando i punti del mio carattere e tecnica da migliorare, lavorarci e gioire dei progressi.

Che approccio vuoi usare?

Vuoi essere più un combattente o un marzialista? Stai cercando più la creazione di automatismi muscolari e mentali o sei più alla ricerca di una dimensione di benessere interiore che poi si riflette sui tuoi movimenti?

Ho parlato più dettagliatamente dei due approcci in questo post.

Io, per esempio, ho un approccio da marzialista. Mi piace capire il principio che c’è dietro una sequenza di movimenti. Sono attirato dalla biomeccanica che rende quel movimento il più efficace per quella impostazione marziale.

Che vantaggi vuoi trarne?

Con la mia domanda ti sto incoraggiando a riflettere su quali vantaggi vuoi che un’arte marziale ti offra. Si collega con la domanda precedente se vuoi. Se prima ti ho spronato a capire che approccio generale pensi di seguire, qui sto cercando di far venire a galla qualche dettaglio in più.

Come suggerimento, puoi pensare al benessere fisico, alla socievolezza, al benessere psicologico, alla prontezza di riflessi o alla capacità di navigare situazioni stressanti come suggerisce questo articolo, e così via.

A me piace la pratica del Wing Chun perché ho la possibilità di trovare la sintesi dei movimenti. Sono spartano di natura e adoro l’efficienza. Capisci bene come la mia inclinazione personale abbia trovato nel Wing Chun l’arte marziale perfetta e in Benessere Kung Fu la scuola che sento mi farà crescere davvero tanto data l’apertura mentale del maestro Paolo Melotto e il focalizzarsi sul benessere dell’allievo a 360°.

Dove la puoi praticare?

Una volta che hai risposto alle tre domande prenditi del tempo per parlare con degli istruttori, segui delle lezioni di prova, quante più puoi e poi prenditi del tempo per “ascoltarti” e avvertire quale arte marziale può fare più al caso tuo.

Dal canto mio, posso dirti che sarai sempre il benvenuto nella nostra palestra. Prenota una lezione di prova grauita e comincia a scoprire cosa ti piace!

Ti aspettiamo!


Immagine: cortesia di HappilyInsane presso DeviantArt

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Kung Fu

Combattente o marzialista? Ti aiuto a scegliere

Combattente o Marzialista? Quando qualcuno mi chiede cosa mi piace fare nel mio tempo libero mi sento costretto a dire una bugia. E come non potrei? Se provo a dire che sono appassionato di arti marziali la prima reazione di tutti è, tra il serio e il faceto, ma penso che la bilancia penda dal piatto della serietà, “ah…allora dobbiamo stare attenti con te!”

Questo mi fa pensare che quando dico che sono un marzialista le persone pensano che sia un combattente, perché?

Capiamo la differenza

La risposta è semplice: nell’immaginario collettivo il marzialista è il combattente per eccellenza. Il protagonista di mille avventure, un super eroe senza super poteri che spinto da una fonte di disciplina interna inestinguibile si allena fino allo stremo per prevalere su tutti.

E prevale su tutti! In qualsiasi scontro è sempre lui, o lei, quello che le dà di santa ragione e a stento ha un graffio. O che, sempre molto eroicamente, viene infilzato con la spada, preso a bastonate, con un proiettile nella spalla e comunque le dà di santa ragione.

Ecco, questo è quello che si vede nei film…e solo nei film.

La realtà è ben diversa. Capire cosa si intende per marzialista e combattente fa la differenza perché ti cambia radicalmente l’approccio che avrai nei confronti di qualsiasi disciplina e della vita.

Il combattente

Il combattente è una persona che delle arti marziali ne assorbe principalmente l’aspetto pratico, diretto ed efficiente: c’è un avversario e lo deve sconfiggere. Si focalizza maggiormente sul gesto atletico, sul sapere cosa e quando applicare una certa tecnica. Il combattente allena tanto il fisico come la mente a essere guardinghi, scattanti ed efficaci.

Anche io, per un periodo della mia vita, sono stato più un combattente che un marzialista. Un approccio che mi ha portato a essere sempre in guardia, pronto all’azione. Prova anche tu a immaginare come ti potresti sentire se scansionassi costantemente spazi e persone alla ricerca di potenziali minacce e fossi disposto ad ingaggiare un combattimento. Io, alla lunga, ho perso serenità e spontaneità.

Per chiarire: non c’è nulla di male nel voler essere un combattente. Anzi, può essere utilissimo, ma dipende dalle situazioni. Quando sai che devi combattere, allora va benissimo avere tutti i sensi attivi, affidarsi alla memoria muscolare e essere decisi nel portare le tecniche adeguate.

Ma è davvero necessario avere questo approccio nella vita quotidiana quando, in media, si vive in un mondo tutto sommato sicuro?

Il marzialista

Ed è proprio nella vita quotidiana che l’approccio del marzialista ha una marcia in più. Il marzialista è concentrato sullo studio dei principii e per fare questo ha bisogno sì di preparazione atletica, ma anche di tanti strumenti per metabolizzare lo stress. In generale, un marzialista ricerca la calma interiore, l’equilibrio e la non violenza.

Ha un approccio che cerca di stemperare l’aggressività mantenendo la calma e ingaggiando un combattimento solo come estrema risorsa e solo per difesa cioè dopo che è stato attaccato.

Adottare l’approccio del marzialista mi ha permesso di ritrovare un equilibrio interiore che ha abbassato tantissimo il mio livello di stress migliorando la mia vita notevolmente.

Immagina come puoi sentirti quando, dopo una giornata di lavoro, vai in palestra e sai che potrai ritrovare serenità, pace e scaricarti anche fisicamente. Io mi sento rigenerato.

Quale scegliere?

Ora che abbiamo visto i due approcci, quelli del combattente e quello del marzialista, ti posso dire che entrambi possono essere adatti a te dipendentemente da cosa cerchi. Quindi, vuoi essere un combattente o un marzialista? Ti aiuto a scegliere.

Se vuoi atleticità, prontezza e vivi situazioni in cui avere certi automatismi ti torna utile, allora l’approccio del combattente può sicuramente fare per te.

Se, invece, vivi una vita con un alto livello di stress e devi navigare situazioni dal forte impatto psicologico ed emotivo, allora ti inviterei a prendere in considerazione l’approccio del marzialista.

Piccola nota. Non è possibile essere completamente dei marzialisti senza essere dei combattenti e viceversa: c’è sempre una componente di un approccio nell’altro. Su quale ti focalizzi e a quale dai il peso maggiore dipende dalla tua inclinazione personale e stile di vita.

Mi sento un marzialista, che faccio?

Puoi fare due cose e le puoi combinare e integrare in base a quanta curiosità hai:

  • allenare il tuo lato marzialista concentrandoti sulla respirazione come abbiamo già parlato in questo post. Inoltre, puoi esercitare la mindfulness nella vita quotidiana e fare esercizi di “pausa” durante i quali ti prendi 30 secondi per concentrarci solo su quello che ricevi dai tuoi sensi evitando di soffermartici troppo o giudicare le sensazioni che provi. Se vuoi approfondire il concetto di mindfulness puoi partire da questo articolo che cita diversi studi legati ai vari aspetti e benefici di questa pratica;
  • fare un’esperienza rigenerante che ti apra le porte su cosa significa essere un marzialista e ti offra spiegazioni più approfondite sull’esercizio della “pausa” più tanti altri esercizi di mindfulness applicati alla vita quotidiana. Assicurati un posto prenotando una lezione gratuita presso la nostra palestra. Saremo felici di accorglierti e rispondere a tutte le tue domande.

Ti aspettiamo!