Quando qualcuno mi chiede cosa mi piace fare nel mio tempo libero mi sento costretto a dire una bugia. E come non potrei? Se provo a dire che sono appassionato di arti marziali la prima reazione di tutti è, tra il serio e il faceto, ma penso che la bilancia penda dal piatto della serietà, “ah…allora dobbiamo stare attenti con te!”
Questo mi fa pensare che quando dico che sono un marzialista le persone pensano che sia un combattente, perché?
Capiamo la differenza
La risposta è semplice: nell’immaginario collettivo il marzialista è il combattente per eccellenza. Il protagonista di mille avventure, un super eroe senza super poteri che spinto da una fonte di disciplina interna inestinguibile si allena fino allo stremo per prevalere su tutti.
E prevale su tutti! In qualsiasi scontro è sempre lui, o lei, quello che le dà di santa ragione e a stento ha un graffio. O che, sempre molto eroicamente, viene infilzato con la spada, preso a bastonate, con un proiettile nella spalla e comunque le dà di santa ragione.
Ecco, questo è quello che si vede nei film…e solo nei film.
La realtà è ben diversa. Capire cosa si intende per marzialista e combattente fa la differenza perché ti cambia radicalmente l’approccio che avrai nei confronti di qualsiasi disciplina e della vita.
Il combattente
Il combattente è una persona che delle arti marziali ne assorbe principalmente l’aspetto pratico, diretto ed efficiente: c’è un avversario e lo deve sconfiggere. Si focalizza maggiormente sul gesto atletico, sul sapere cosa e quando applicare una certa tecnica. Il combattente allena tanto il fisico come la mente a essere guardinghi, scattanti ed efficaci.
Anche io, per un periodo della mia vita, sono stato più un combattente che un marzialista. Un approccio che mi ha portato a essere sempre in guardia, pronto all’azione. Prova anche tu a immaginare come ti potresti sentire se scansionassi costantemente spazi e persone alla ricerca di potenziali minacce e fossi disposto ad ingaggiare un combattimento. Io, alla lunga, ho perso serenità e spontaneità.
Per chiarire: non c’è nulla di male nel voler essere un combattente. Anzi, può essere utilissimo, ma dipende dalle situazioni. Quando sai che devi combattere, allora va benissimo avere tutti i sensi attivi, affidarsi alla memoria muscolare e essere decisi nel portare le tecniche adeguate.
Ma è davvero necessario avere questo approccio nella vita quotidiana quando, in media, si vive in un mondo tutto sommato sicuro?
Il marzialista
Ed è proprio nella vita quotidiana che l’approccio del marzialista ha una marcia in più. Il marzialista è concentrato sullo studio dei principii e per fare questo ha bisogno sì di preparazione atletica, ma anche di tanti strumenti per metabolizzare lo stress. In generale, un marzialista ricerca la calma interiore, l’equilibrio e la non violenza.
Ha un approccio che cerca di stemperare l’aggressività mantenendo la calma e ingaggiando un combattimento solo come estrema risorsa e solo per difesa cioè dopo che è stato attaccato.
Adottare l’approccio del marzialista mi ha permesso di ritrovare un equilibrio interiore che ha abbassato tantissimo il mio livello di stress migliorando la mia vita notevolmente.
Immagina come puoi sentirti quando, dopo una giornata di lavoro, vai in palestra e sai che potrai ritrovare serenità, pace e scaricarti anche fisicamente. Io mi sento rigenerato.
Quale scegliere?
Ora che abbiamo visto i due approcci, quelli del combattente e quello del marzialista, ti posso dire che entrambi possono essere adatti a te dipendentemente da cosa cerchi. Quindi, vuoi essere un combattente o un marzialista? Ti aiuto a scegliere.
Se vuoi atleticità, prontezza e vivi situazioni in cui avere certi automatismi ti torna utile, allora l’approccio del combattente può sicuramente fare per te.
Se, invece, vivi una vita con un alto livello di stress e devi navigare situazioni dal forte impatto psicologico ed emotivo, allora ti inviterei a prendere in considerazione l’approccio del marzialista.
Piccola nota. Non è possibile essere completamente dei marzialisti senza essere dei combattenti e viceversa: c’è sempre una componente di un approccio nell’altro. Su quale ti focalizzi e a quale dai il peso maggiore dipende dalla tua inclinazione personale e stile di vita.
Mi sento un marzialista, che faccio?
Puoi fare due cose e le puoi combinare e integrare in base a quanta curiosità hai:
- allenare il tuo lato marzialista concentrandoti sulla respirazione come abbiamo già parlato in questo post. Inoltre, puoi esercitare la mindfulness nella vita quotidiana e fare esercizi di “pausa” durante i quali ti prendi 30 secondi per concentrarci solo su quello che ricevi dai tuoi sensi evitando di soffermartici troppo o giudicare le sensazioni che provi. Se vuoi approfondire il concetto di mindfulness puoi partire da questo articolo che cita diversi studi legati ai vari aspetti e benefici di questa pratica;
- fare un’esperienza rigenerante che ti apra le porte su cosa significa essere un marzialista e ti offra spiegazioni più approfondite sull’esercizio della “pausa” più tanti altri esercizi di mindfulness applicati alla vita quotidiana. Assicurati un posto prenotando una lezione gratuita presso la nostra palestra. Saremo felici di accorglierti e rispondere a tutte le tue domande.
Ti aspettiamo!