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Una tecnica straordinaria per migliorare nelle arti marziali e nella vita

Ti è mai capitato di sognare ad occhi aperti? Se la risposta è si allora potrai facilmente mettere in pratica una tecnica straordinaria per migliorare nelle arti marziali e nella vita.

Non hai bisogno di nulla se non della tua mente e la tecnica di cui ti sto per parlare ti può servire, da un lato, per migliorare coordinazione, memoria e fluidità (della quale parlo più in dettaglio in questo articolo). Dall’altro, può esserti utile per ridurre stress, insicurezza e demotivazione.

La tecnica

La tecnica è la visualizzazione e consiste nel “vederti” dall’esterno, osservandoti mentre compi un movimento.

È una tecnica grazie alla quale puoi migliorare coordinazione e forza se la usi in combinazione con degli allenamenti regolari, come dimostrano questi studi [1], [2].

Ma puoi anche usarla per capire cosa fare in momenti più o meno difficili.

Distinguo, quindi, la spiegazione in due scenari differenti, in palestra e nella vita quotidiana

In palestra

In palestra, ogni qual volta ti viene spiegata una tecnica puoi applicare la visualizzazione integrandola nel tuo allenamento. Come? Seguendo questi passi:

  • Cerca di riprodurre il movimento dal vivo concentrandoti su un elemento alla volta come la rotazione di un arto o uno spostamento laterale.
  • Prima di ogni ripetizione, cerca di vedere il tuo corpo avanzare, spostarsi di peso, ruotare. Vediti agire nello spazio e in relazione al tuo compagno.
  • Adesso esegui il movimento.
  • Ingloba gli elementi uno alla volta, legandoli in sequenza, quando i movimenti praticati fino ad ora ti vengono facili
  • A fine lezione e durante i giorni successivi continua a visualizzarti in palestra mentre ripeti le tecniche con il compagno.

Ci sono tre fattori importanti da tenere presente quando si visualizza. Il primo è quello di ricreare un contesto rilassante. Se la tecnica sta portando a galla della frustrazione, respira con il diaframma, e chiedi di vedere una versione semplificata.

Il secondo consiste nel non auto flagellarsi se i miglioramenti non si percepiscono nell’immediato. Serve del tempo per acquisire dimestichezza nella visualizzazione e affinché abbia l’effetto desiderato.

Il terzo fattore è di cercare di usare la visualizzazione quanto più possibile. Visualizza non solo i tuoi movimenti, ma anche quelli del tuo compagno fino a ricreare veri e propri scenari: una tua realtà virtuale nella quale ti eserciti come se la vivessi di persona.

Nella vita quotidiana

Fuori dalla palestra puoi ancora usufruire dei benefici della visualizzazione usandola per immaginare situazioni nelle quali vuoi studiare come ti puoi comportare.

È un po’ come il giocatore di scacchi che visualizza un tot di possibili mosse che possono essere fatte.

L’esempio di Micheal Phelps credo possa esserti di aiuto: ha usato la visualizzazione per ridurre lo stress prima di una competizione. Michael si rilassava, immaginava la gara vista da prospettive differenti (come fossero differenti telecamere), esplorava diversi scenari, non solo quello positivo, così da essere preparato nel modo migliore. Successivamente, rendeva la visualizzazione quanto più reale possibile ingaggiando tutti i sensi immaginando, per esempio, la sensazione dell’acqua sfiorargli la pelle. E infine, rendeva la visualizzazione parte integrante di qualsiasi altro allenamento, con pari dignità.

Una nota di attenzione deve essere scritta a questo punto. La visualizzazione, soprattutto quando applicata a situazioni al di fuori della palestra, potrebbe smuovere ricordi poco piacevoli o scenari indesiderati che promuovono ansia e, in casi acuti, depressione.

Quindi la raccomandazione è di praticare questa tecnica con la guida di una persona esperta che sappia come instradare la visualizzazione e aiutarti a gestire immagini che portano a galla stati d’animo non benvenuti.

Come ti aiuta?

Quando la visualizzazione diventa parte della tua vita mentale, una volta che hai imparato a gestire le emozioni che ne possono derivare, i benefici sono tanti come li descrive in dettaglio questo articolo. Uno su tutti è la riduzione dello stress.

Ma ti aiuta anche ad acquisire sicurezza nell’applicazione delle tecniche, una maggiore capacità di gestire le tue reazioni in situazioni di stress e velocità di apprendimento.

Tutti questi vantaggi creano uno stato di profondo benessere.

Come esercitarla?

Il primo passo è parlarne, confrontarsi e cominciare in piccolo. La visualizzazione è uno strumento che si impara ad usare un passo alla volta.

Puoi cominciare con l’individuare che tipo di movimento vuoi imparare. Quando avrai acquisito una certa scioltezza e dinamicità, passa pure ad un movimento più articolato.

Esplora molto cautamente la visualizzazione al di fuori della palestra. Condividi la tua esperienza con gli altri così da evitare trappole e sapere quando fermarti e, nel caso, chiedere aiuto ad un professionista.

Noi di Benessere Kung Fu ci orientiamo sull’insegnare tecniche di visualizzazione che aiutino ad apprendere il Wing Chun, ma non disdegniamo una conversazione, magari anche “difficile”, su come applicarle in un contesto di vita quotidiana.

Se hai voglia di approfondire la visualizzazione, una tecnica straordinaria per migliorare nelle arti marziali e nella vita, i suoi utilizzi e benefici, prenota una lezione di prova gratuita. Saremo felici di guidarti nel modo più sano, sicuro e adatto a te.

Ti aspettiamo!

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Kung Fu Pillole di Benessere

Il dirompente segreto delle arti marziali che nessuno vi racconta

Quale immagine ti viene in mente quando pensi alle arti marziali? Io vedo un vecchietto che vive sul cucuzzolo di una montagna. Un vecchio saggio che al momento opportuno è più veloce di un serpente a sonagli. Vedo allievi che pendono dalle sue labbra e aspirano a carpire tutti i suoi segreti.

In passato

I segreti delle arti marziali esistono, anzi esistevano. Prima, le varie discipline venivano tramandate solo oralmente di discepolo in discepolo. Era facile dare il proprio contributo, nel bene e nel male, quando si insegnava. Così come era normale per un allievo ricercare gli insegnamenti del maestro che aveva dato origine alla propria arte marziale o chi a lui più vicino.

Dopo anni di studio non solo della propria, ma anche di altre arti marziali, un maestro acquisiva un’aura di autorevolezza e imponenza. E i discepoli di grado superiore al primo, quelli cioè che imparavano dagli allievi diretti del maestro, volevano allenarsi con lui. Ma il tempo, le risorse e la cultura non permettevano a tutti di attingere agli insegnamenti del maestro.

Questo ti fa capire da dove ha origine il mito dei segreti delle arti marziali.

Oggi

Sono passati diverse centinaia di anni dallo scenario che ho descritto poco fa, ma il mito resta ancora.

Parlo di mito perché oggi non ci sono più quelli che siamo abituati a chiamare segreti: non ci sono più tecniche infallibili che solo un maestro in assoluto conosce e che tramanderà in un’ultima lezione ad un solo allievo prima di morire.

Adesso, con l’avvento della ricerca scientifica, abbiamo trattati di biomeccanica che studiano sia il movimento in generale sia la postura, le leve e le forze applicate alle arti marziali. Basta fare una ricerca veloce su goodreads.com per avere un’idea del materiale che c’è in giro.

Volumi simili di letteratura li trovi anche sulle tecniche di allenamento. Non esistono più gli esercizi che puoi fare solo in una certa scuola e che non verranno mai divulgati se non dopo almeno 10 anni di frequentazione assidua.

Quindi qual è il segreto?

Sebbene si abbia un sapere enciclopedico sugli elementi che costituiscono le arti marziali, un ingrediente ancora manca. Quello che a me piace chiamare segreto perché ancora, purtroppo, non così diffuso: la condivisione.

Sto parlando della bellezza di essere liberi di esprimere le proprie perplessità, proposte, entusiasmo e frustrazione in palestra, con il maestro e gli altri allievi.

Sto parlando della condivisione di una visione e missione della scuola che vadano al di là dell’insegare una serie di movimenti specifici. La mancanza di gerarchie, frutto di un alto grado di condivisione e maturità, le ho viste solo in pochissime palestre.

È la condivisione il segreto che spinge a scoprirsi, crescere e maturare come persone e come marzialisti. Poi sta a te scegliere se vuoi essere più un marzialista o un combattente, come ti spiego in quest’altro post, ma devi pur sempre essere invogliato a esprimerti.

E ora?

E ora ti invito a scoprire una scuola che sappia creare attorno a te una realtà dove puoi essere te stesso e crescere guidato dall’esperienza sì, ma da nessuna imposizione.

Noi di Benessere Kung Fu abbiamo una missione ben precisa e ci impegniamo a far crescere tutti nel rispetto della scuola, della missione, degli istruttori e degli altri allievi. Abbiamo corsi per bambini e adulti e creiamo percorsi personalizzati, sempre attenti alle esigenze di ogni singolo allievo.

Prenota una lezione di prova gratuita e comincia ad allenarti in una palestra che valorizza la condivisione.

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Pillole di Benessere Kung Fu

L‘insegnamento delle arti marziali che porterò sempre con me

Posso dire che le arti marziali mi hanno salvato? Ma si, lo dico perché è vero. Mi hanno salvato da una vita priva di gioia, soddisfazione e rilassatezza.

E lo hanno fatto grazie alle ore passate ad imparare un insegnamento che porterò sempre con me. Gli anni trascorsi ad apprendere i principii fondamentali di uscita, sbilanciamento e restituzione (ne parlo in dettaglio in questo articolo) mi hanno trasmesso, quasi per osmosi, un insegnamento senza il quale la mia vita sarebbe completamente diversa: la scelta.

Che cos’è la scelta?

È l’unione di consapevolezza e confidenza nel fatto che si ha sempre la libertà di scelta in qualsiasi situazione ci si trovi, non importa quanto opprimente essa sia.

In palestra ci alleniamo in scenari che alzano il livello di stress pur mantenendo alta la sicurezza per tutti. Vediamo, per esempio, come uscire da prese immobilizzanti o da attacchi multipli.

Ed è grazie alla costruzione di questi scenari che si assorbe la calma, lucidità e coordinazione giusta per scegliere cosa fare: liberarsi solo per scappare o per portare chi attacca a terra o per contrattaccare annullando successivi tentativi di attacco?

Padroneggiare i principii, quindi, fa emergere la la scelta di sapere cosa fare e perché.

Perché mi è utile?

Ritagliarsi la possibilità di scegliere significa vivere liberi da qualsiasi forma di schiavitù, anche quando si subisce una schiavitù reale, come insegna magistralmente lo psichiatra e sopravvissuto ai campi di concentramento Viktor Frankl nel suo libro Man’s search for meaning.

Le arti marziali ti donano la scelta e questa, a sua volta, ti permette di vedere la vita da un altro punto di vista e trasformare un attacco in un’opportunità.

E gli attacchi, fuori dalla palestra, sono spesso psicologici ed emotivi, ma non importa perché quello che assorbi sul tatami lo puoi applicare ovunque.

Come applico la scelta?

Pensa ad un episodio non troppo stressante cercando di rivedere quello che è successo come se stessi guardando un film, con distacco. Se il distacco non è così grande e ti senti ancora troppo coinvolto, fai un passo indietro, un bel respiro profondo con il diaframma e scegli un altro episodio con un impatto emotivo minore.

Una volta trovato l’episodio giusto per te, rispondi alla domanda: se una persona a te cara ti raccontasse di aver vissuto quello stesso episodio come se fosse stata al tuo posto, vivendo tutto dalla tua prospettiva, che cosa le suggeriresti di fare?

Questo esercizio ti permette di avere uno sguardo d’insieme uscendo dalla presa emotiva della situazione. Ti sorprenderai per la saggezza con la quale consiglierai la persona a te cara, sbilanciando la tua mente che avrà meno appigli sui quali fare leva per stressarti. Infine, restituirai la forza con la quale lo stress cerca di afferrarti al mittente trasformandola in entusiasmo per i consigli che avrai dato, in fin dei conti, a te stesso.

Esercitati e vedrai che nel giro di qualche giorno, dipendentemente da quanto ti alleni, comincerai a vedere un ventaglio di opzioni più ampio di quello attuale. Avrai, quindi la libertà di scegliere chi vuoi essere.

Dove esercito la scelta?

Ovunque ti senta a tuo agio nel prenderti una pausa, ascoltare il tuo corpo e le emozioni che vengono a galla dall’episodio di vita vissuta che hai scelto.

Noi di Benessere Kung Fu ci focalizziamo sull’apprendimento continuo di come creare lo spazio per esercitare la nostra libertà di scelta. Ti possiamo insegnare come sentirti a tuo agio in una situazione stressante e come uscirne con lucidità e coordinazione. E poiché abbiamo il benessere di tutti a cuore, condividiamo la nostra filosofia di vita nei nostri corsi per adulti e bambini.

Prenota ora una lezione di prova gratuita per toccare con mano quello di cui ti ho parlato in questo post.

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L’elemento chiave delle arti marziali che pochi applicano

Ebbene si, le arti marziali hanno un elemento chiave che non solo le accumuna, ma è di fondamentale importanza per assimilare gli insegnamenti di ogni disciplina.

Non sto parlando di un segreto perché è solo un elemento chiave conosciuto da tutti ma applicato da pochi: la fluidità.

Che cos’è?

Se i principii sui quali si fondano tutte le arti marziali, uscire, sbilanciare, restituire, descritti in maggior dettaglio in questo articolo, puoi vederli come i mattoni per costruire il tuo percorso marziale, la fluidità è il cemento che li tiene uniti.

Ma che cos’è di preciso la fluidità? Vedila come la capacità di adattarsi, modellarsi agli impulsi esterni. quando vedi un marzialista che si impegna ad essere fluido lo riconosci subito. I suoi movimenti sono sintetici, potenti, ma morbidi. Hai di fronte un marzialista che risponde agli impulsi, non reagisce seguendo uno schema pre-impostato.

Puoi notare come, quasi senza sforzo alcuno, esce dalla traiettoria, sbilancia l’avversario e gli restituisce la forza con la quale ha attaccato.

Quando non riuscirai a distinguere le tre fasi avrai la certezza che il marzialista che stai osservando ha fatto suo il concetto di fluidità.

In ultima analisi, la fluidità è la manifestazione dell’applicazione dei tre principii fondamentali delle arti marziali.

Per poter raggiungere uno stato di fluidità devi per forza focalizzarti sullo studio, applicazione e interiorizzazione dei principii. Questo rende la fluidità un punto di partenza e di arrivo in costante evoluzione.

Perché è importante?

La fluidità non è solo bella da vedere, ma anche utilissima. Proprio perché agisce come spinta al miglioramento, è di vitale importanza in palestra e fuori.

In palestra funziona come un faro richiamando l’attenzione verso il traguardo che vuoi raggiungere. Man mano che ti avvicini padroneggiando i principii di uscita, sbilanciamento e restituzione, la meta si allontana un po’ di più perché ci sarà sempre qualcosa da affinare. Vivrai la tua versione del paradosso di Achille e la tartaruga.

Fuori dalla palestra, invece, dove le minacce sono più emotive e psicologiche, la fluidità è più uno stato mentale grazie al quale riesci ad applicare i principii fondamentali delle arti marziali con disinvoltura.

Ti verrà facile, con la pratica, adattarti alla situazione stressante senza soccombere all’ansia o preoccupazione, ma mantenendo una compostezza e aderenza ai tuoi valori. Quelli che ritieni più importanti e per i quali vale la pena vivere ed evolvere.

Puoi trovare un esempio più completo su come applicare i principii delle arti marziali fuori dalla palestra in questo articolo.

Presso Benessere Kung Fu si comincia a imparare la fluidità da piccoli. I bambini imparano a ricercarla giocando ed esplorando i principii delle arti marziali sotto la sapiente guida del maestro Paolo Melotto.

Come la esercitiamo?

Per cominciare ad acquisire fluidità, comincia ad essere più presente quando ti muovi. Dedicati sessioni di 5 minuti l’una e per ogni movimento del tuo corpo sii pienamente consapevole di tutti i muscoli che stanno agendo. Puoi anche semplicemente camminare, preparare il caffè o sederti. Dove c’è movimento, c’è fluidità.

In poco tempo noterai cosa ti riesce meglio e cosa no. Dove hai maggior equilibrio e dove devi lavorare per far sì che tutto il tuo corpo collabori a raggiungere il risultato desiderato.

Se vuoi accelerare, approfondire e interiorizzare ancora di più il concetto di fluidità prenota una lezione di prova gratuita. Noi di Benessere Kung Fu siamo completamente focalizzati sul supportarti nell’esplorazione, comprensione e raggiungimento della fluidità per farti stare ancora meglio con te stesso e gli altri.

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Kung Fu Pillole di Benessere

Perché odio le arti marziali e come fare per amarle

Lo so che il titolo ti ha potuto far sorgere la domanda “ma come, dopo 15 anni di arti marziali continui a praticarle e le odi?” E la risposta è semplice. È un po’ la differenza che c’è tra giocare a calcio e seguire tutte le polemiche e discussioni prima, durante e dopo un match.

Io odio tutto il contorno, tutte le discussioni inutili su quale arte marziale sia la migliore, addirittura la perfetta, e che renda qualsiasi praticante un super guerriero. A proposito di perfezione, se vuoi una guida su quale possa essere l’arte marziale “perfetta” leggi questo articolo.

Invece, quello che amo delle arti marziali, tutte, è la presenza di tre elementi principali declinati in modo differente a seconda delle esigenza, cultura e utilizzo. Mi piace tantissimo studiare come questi principii sono rappresentati dalla coerenza dei movimenti che identificano un’arte marziale.

I principii sono il cuore pulsante della mia passione verso le discipline marziali e spero che in questo post possa trasmetterti un po’ del loro fascino e darti gli strumenti per amare tutte le arti marziali.

I principii

I mattonici che rendono una disciplina un’arte marziale possono essere schematizzati come segue:

  • Uscire — Si intende l’uscire dalla linea di attacco
  • Sbilanciare — Portare chi attacca in una condizione di squilibrio dalla quale è difficile che possa avere la possibilità di contro attaccare
  • Restituire — Assorbire la forza che viene esercitata su di te e restituirla a chi porta l’attacco

Come puoi immaginare, questi tre principii sono altamente interconnessi e non esiste nessuna gerarchia che veda uno più importante dell’altro.

Perché imparare ad applicarli

Questi tre pilastri delle arti marziali sono

  • Fondamentali per darti una guida: tutto quello che impari deve soddisfarli ed essere coerente con quello che hai imparato precedentemente;
  • Universali perché impattano la tua vita a 360°.

Perché dovrebbe interessarti avere una guida di quello che impari e come possono impattare la tua vita al di fuori del tatami?

Per risponderti immagina per un momento che l’attacco che subisci non è fisico. Non c’è nessun pugno, né calcio, né spinta. Invece, subisci un attacco psicologico: hai una deadline da rispettare e sei indietro con il lavoro o sei preoccupato per lo stato di salute di una persona a te cara. Puoi applicare l’uscire, lo sbilanciare e il restituire esattamente come faresti per una minaccia fisica.

Puoi, per esempio, uscire dalla morsa di panico o preoccupazione grazie a dei respiri profondi diaframmatici per poi, una volta acquisita più calma mentale grazie alla respirazione, sbilanciare la minaccia focalizzandoti su approcci e punti di vista alternativi. Infine, puoi restituire la forza della minaccia contro di lei scegliendo di impegnarti a prendere delle azioni pratiche che ti avvicinino alla persona che vuoi essere.

Questi passi sono prescritti, secondo un punto di vista diverso ed efficacissimo, dall’approccio ACT, acceptance and commitment therapy, e sono spiegati in dettaglio in questo libro di facile accesso e molto istruttivo.

In più, i passi sopra descritti sono perfettamente in linea con l’approccio mindfulness che può essere molto utile ai bambini, come evidenziato in questo articolo.

E l’amore sboccia

Quindi, quando lavori sul tatami con i tuoi compagni e ti impegni a diventare un marzialista che abbia un quadro limpido dei principii descritti sopra scatterà l’amore per quello che studi. Farai tuoi tutti gli insegnamenti appresi in palestra e li applicherai nella vita di tutti i giorni.

Presso la palestra di Benessere Kung Fu troverai l’ambiente adatto a far sbocciare l’amore per le arti marziali. Troverai terreno fertile per imparare, applicare e padroneggiare i principii di uscire, sbilanciare e restituire che ti permetteranno di condurre una vita con un livello superiore di benessere.

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Kung Fu

La perfetta arte marziale esiste, ma non è quella che credi

La diatriba su quale possa essere l’arte marziale perfetta è vecchia come il mondo. Ogni periodo storico vede contendenti marziali che cercano di far prevalere la propria disciplina facendola trionfare come quella perfetta.

Il punto principale da affrontare è a monte: ancor prima di capire quale arte marziale sia quella perfetta dobbiamo capire cosa si intende per perfetta.

Perfetta per chi?

Permettimi di chiarire che noi di Benessere Kung Fu non identifichiamo la perfezione con l’idea di invincibilità. Nessuna disciplina rende una persona invincibile, da danni fisici e possibili scossoni psicologici, durante una minaccia reale.

Quindi, un’arte marziale può essere perfetta per il content creator per attirare l’attenzione sui social o per lo stuntman per far parte del cast di un film o per un istruttore per riuscire a scrivere un blog post 😛

Ma ora il cardine di tutto non è il content creator, non è neanche il Gran Maestro di una scuola in particolare. Il cardine sei tu. Ed è in questo che voglio darti tutto il mio supporto. Voglio aiutarti a creare una tua definizione di arte marziale perfetta.

La tua definizione di arte marziale perfetta

Il processo di creazione della tua definizione di perfezione è semplice. Basta rispondere a tre domande. Vediamole insieme

Cosa vuoi ottenere?

Rispondi a questa domanda in totale sincerità pensando a come vuoi vederti e come vuoi che le altre persone ti vedano come praticante di un’arte marziale in un anno. Hai un esempio al quale vuoi ispirarti? Come vuoi evolvere come persona, atleta e marzialista?

Ti porto la mia esperienza come esempio. Premetto che le risposte alle domande precedenti sono cambiate nel corso degli anni.

Se me le pongo ora, direi che voglio vedermi ed essere percepito come una persona, atleta e marzialista che è capace di apprendere, fare propri e mettere in discussione gli insegnamenti di un’arte marziale. Voglio poter pensare di me che sono in grado di evolvere individuando i punti del mio carattere e tecnica da migliorare, lavorarci e gioire dei progressi.

Che approccio vuoi usare?

Vuoi essere più un combattente o un marzialista? Stai cercando più la creazione di automatismi muscolari e mentali o sei più alla ricerca di una dimensione di benessere interiore che poi si riflette sui tuoi movimenti?

Ho parlato più dettagliatamente dei due approcci in questo post.

Io, per esempio, ho un approccio da marzialista. Mi piace capire il principio che c’è dietro una sequenza di movimenti. Sono attirato dalla biomeccanica che rende quel movimento il più efficace per quella impostazione marziale.

Che vantaggi vuoi trarne?

Con la mia domanda ti sto incoraggiando a riflettere su quali vantaggi vuoi che un’arte marziale ti offra. Si collega con la domanda precedente se vuoi. Se prima ti ho spronato a capire che approccio generale pensi di seguire, qui sto cercando di far venire a galla qualche dettaglio in più.

Come suggerimento, puoi pensare al benessere fisico, alla socievolezza, al benessere psicologico, alla prontezza di riflessi o alla capacità di navigare situazioni stressanti come suggerisce questo articolo, e così via.

A me piace la pratica del Wing Chun perché ho la possibilità di trovare la sintesi dei movimenti. Sono spartano di natura e adoro l’efficienza. Capisci bene come la mia inclinazione personale abbia trovato nel Wing Chun l’arte marziale perfetta e in Benessere Kung Fu la scuola che sento mi farà crescere davvero tanto data l’apertura mentale del maestro Paolo Melotto e il focalizzarsi sul benessere dell’allievo a 360°.

Dove la puoi praticare?

Una volta che hai risposto alle tre domande prenditi del tempo per parlare con degli istruttori, segui delle lezioni di prova, quante più puoi e poi prenditi del tempo per “ascoltarti” e avvertire quale arte marziale può fare più al caso tuo.

Dal canto mio, posso dirti che sarai sempre il benvenuto nella nostra palestra. Prenota una lezione di prova grauita e comincia a scoprire cosa ti piace!

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Kung Fu

Combattente o marzialista? Ti aiuto a scegliere

Combattente o Marzialista? Quando qualcuno mi chiede cosa mi piace fare nel mio tempo libero mi sento costretto a dire una bugia. E come non potrei? Se provo a dire che sono appassionato di arti marziali la prima reazione di tutti è, tra il serio e il faceto, ma penso che la bilancia penda dal piatto della serietà, “ah…allora dobbiamo stare attenti con te!”

Questo mi fa pensare che quando dico che sono un marzialista le persone pensano che sia un combattente, perché?

Capiamo la differenza

La risposta è semplice: nell’immaginario collettivo il marzialista è il combattente per eccellenza. Il protagonista di mille avventure, un super eroe senza super poteri che spinto da una fonte di disciplina interna inestinguibile si allena fino allo stremo per prevalere su tutti.

E prevale su tutti! In qualsiasi scontro è sempre lui, o lei, quello che le dà di santa ragione e a stento ha un graffio. O che, sempre molto eroicamente, viene infilzato con la spada, preso a bastonate, con un proiettile nella spalla e comunque le dà di santa ragione.

Ecco, questo è quello che si vede nei film…e solo nei film.

La realtà è ben diversa. Capire cosa si intende per marzialista e combattente fa la differenza perché ti cambia radicalmente l’approccio che avrai nei confronti di qualsiasi disciplina e della vita.

Il combattente

Il combattente è una persona che delle arti marziali ne assorbe principalmente l’aspetto pratico, diretto ed efficiente: c’è un avversario e lo deve sconfiggere. Si focalizza maggiormente sul gesto atletico, sul sapere cosa e quando applicare una certa tecnica. Il combattente allena tanto il fisico come la mente a essere guardinghi, scattanti ed efficaci.

Anche io, per un periodo della mia vita, sono stato più un combattente che un marzialista. Un approccio che mi ha portato a essere sempre in guardia, pronto all’azione. Prova anche tu a immaginare come ti potresti sentire se scansionassi costantemente spazi e persone alla ricerca di potenziali minacce e fossi disposto ad ingaggiare un combattimento. Io, alla lunga, ho perso serenità e spontaneità.

Per chiarire: non c’è nulla di male nel voler essere un combattente. Anzi, può essere utilissimo, ma dipende dalle situazioni. Quando sai che devi combattere, allora va benissimo avere tutti i sensi attivi, affidarsi alla memoria muscolare e essere decisi nel portare le tecniche adeguate.

Ma è davvero necessario avere questo approccio nella vita quotidiana quando, in media, si vive in un mondo tutto sommato sicuro?

Il marzialista

Ed è proprio nella vita quotidiana che l’approccio del marzialista ha una marcia in più. Il marzialista è concentrato sullo studio dei principii e per fare questo ha bisogno sì di preparazione atletica, ma anche di tanti strumenti per metabolizzare lo stress. In generale, un marzialista ricerca la calma interiore, l’equilibrio e la non violenza.

Ha un approccio che cerca di stemperare l’aggressività mantenendo la calma e ingaggiando un combattimento solo come estrema risorsa e solo per difesa cioè dopo che è stato attaccato.

Adottare l’approccio del marzialista mi ha permesso di ritrovare un equilibrio interiore che ha abbassato tantissimo il mio livello di stress migliorando la mia vita notevolmente.

Immagina come puoi sentirti quando, dopo una giornata di lavoro, vai in palestra e sai che potrai ritrovare serenità, pace e scaricarti anche fisicamente. Io mi sento rigenerato.

Quale scegliere?

Ora che abbiamo visto i due approcci, quelli del combattente e quello del marzialista, ti posso dire che entrambi possono essere adatti a te dipendentemente da cosa cerchi. Quindi, vuoi essere un combattente o un marzialista? Ti aiuto a scegliere.

Se vuoi atleticità, prontezza e vivi situazioni in cui avere certi automatismi ti torna utile, allora l’approccio del combattente può sicuramente fare per te.

Se, invece, vivi una vita con un alto livello di stress e devi navigare situazioni dal forte impatto psicologico ed emotivo, allora ti inviterei a prendere in considerazione l’approccio del marzialista.

Piccola nota. Non è possibile essere completamente dei marzialisti senza essere dei combattenti e viceversa: c’è sempre una componente di un approccio nell’altro. Su quale ti focalizzi e a quale dai il peso maggiore dipende dalla tua inclinazione personale e stile di vita.

Mi sento un marzialista, che faccio?

Puoi fare due cose e le puoi combinare e integrare in base a quanta curiosità hai:

  • allenare il tuo lato marzialista concentrandoti sulla respirazione come abbiamo già parlato in questo post. Inoltre, puoi esercitare la mindfulness nella vita quotidiana e fare esercizi di “pausa” durante i quali ti prendi 30 secondi per concentrarci solo su quello che ricevi dai tuoi sensi evitando di soffermartici troppo o giudicare le sensazioni che provi. Se vuoi approfondire il concetto di mindfulness puoi partire da questo articolo che cita diversi studi legati ai vari aspetti e benefici di questa pratica;
  • fare un’esperienza rigenerante che ti apra le porte su cosa significa essere un marzialista e ti offra spiegazioni più approfondite sull’esercizio della “pausa” più tanti altri esercizi di mindfulness applicati alla vita quotidiana. Assicurati un posto prenotando una lezione gratuita presso la nostra palestra. Saremo felici di accorglierti e rispondere a tutte le tue domande.

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Come vincere 1, 10, 1000 sfide: l’importanza della respirazione diaframmatica

L’importanza della respirazione diaframmatica è fondamentale.

Ti è mai capitato di sentirti sopraffatto dai compiti della vita quotidiana? Lavoro, manutenzione della casa, famiglia, amici, palestra e qualsiasi altro aspetto della vostra vita che richieda energia possono sovrapporsi al punto da farci entrare in uno stato di stress, ansia e malumore.

Dopo un po’, ogni compito sembra essere una sfida. Le sfide si ingigantiscono fino a farci essere preoccupati, constantemente. Non vediamo l’ora di andare in vacanza, di prenderci del tempo per noi stessi e finalemente essere liberi da ogni compito.

E se ti dicessi che c’è una soluzione per sentirci liberi, in pace con noi stessi ed energetici nell’affontare le sfide quotidiane, siano esse 1, 10 o 1000?

Una soluzione semplice, efficace e a costo zero

La soluzione è alla portata di tutti e di facile applicazione, ma può nascondere delle insidie. Ti parlo, allora, della respirazione diaframmatica e come esercitarla correttamente per superare le sfide quotidiane. Può sembrare banale visto che respiriamo constantemente e che siamo tempestati da app yoga, istruttori e guru di tutti i tipi che ci ricordano di respirare con il diaframma.

In realtà, la respirazione, se fatta bene, è davvero una soluzione

  • semplice perché sappiamo già farlo.
  • Efficace perché c’è tutta una letteratura che spiega gli effetti benefici della respirazione nel ridurre lo stress. Potete partire da questo articolo se volete una conoscenza più approfondita.
  • A costo zero. Anzi, applicandola spesso ne abbiamo un guadagno che supera l’investimento di tempo e impegno richiesti per apprenderla.

Cosa ci ostacola

Il punto fondamentale, che può costituire l’insidia di cui parlavo prima, è ricordarci di respirare con il diaframma!

È facile, forse fin troppo facile, respirare con il diaframma quando riusciamo a dedicarci del tempo per una sana meditazione. Ma che succede quando non siamo nelle condizioni ideali?

Succede che, senza accorgercene, respiriamo solo con la parte alta dei polmoni o, ancora peggio, andiamo in apnea. È quindi fondamentale capire cosa ci impedisce di respirare con il diaframma quando affrontiamo qualsiasi sfida quotidiana.

L’ostacolo è semplice: mancanza di automatismo. Siamo troppo abituati a respirare con la parte alta dei polmoni o andare in apnea. Non abbiamo nessun automatismo, che scatta quando siamo in situazioni stressanti, che ci permetta di applicare la respirazione diaframmatica.

Come superare l’ostacolo e vincere 1, 10, 1000 sfide

Vi potrei dire che per superare l’ostacolo e creare, quindi, l’automatismo necessario, abbiamo bisogno di meditare di più. Ma sarebbe una bugia perché poi dovremmo trovare tempo per meditare. Se dobbiamo stressarci per ritargliarci più di 2 ore extra ogni giorno per creare un automatismo non so quanto ci convenga. Stiamo parlando di 14 ore settimanali, ogni settimana. Per niente un traguardo facile da raggiungere!

Inoltre, è difficile creare un automatismo esercitandoci in condizioni ideali. È come guidare sempre su strade deserte e poi sperare di restare perfettamente calmi quando ci trovariamo su un’autostrada affollata in piena ora di punta, con un caldo asfissiante, senza aria condizionata, finestrini chiusi e un gps rotto che ci dà informazioni a caso. Buona fortuna a sperare di applicare qualunque automatismo.

Se eliminiamo il caso ideale, resta un solo caso, quello in cui siamo in una situazione di stress. Quindi, scegli una situazione che, normalmente, è stressante ma che non ti faccia sentire completamente sopraffatto. Per me è, per esempio, prenotare un hotel o comprare un biglietto del treno o di un aereo. Il perché questo mi metta ansia è motivo, forse, per un altro post o una piacevole conversazione davanti una bella pizza. Per il momento prendilo per buono.

Dopo aver scelto la tua situazione di stress, sii deliberatamente consapevole della tua respirazione mentre la vivi. Sforzati di respirare con il diaframma e fai caso a come ti senti dopo ogni respiro profondo.

Continua a respirare profondamente finché non hai completato il compito stressante. Prenditi qualche secondo per stare con te stesso ed essere soddisfatto e orgoglioso. Non c’è nulla di male nell’essere contenti di aver fatto un passo avanti!

Ripeti questo esercizio tutte le volte che ti imbatti nella situazione stressante che hai scelto precedentemente e comincia, piano piano, ad alzare l’asticella esercitandoti in situazioni sempre più stressanti. Prenditi tutto il tempo che ti serve per sentirti a tuo agio prima di passare ad una situazione più stressante. Non c’è nessuna fretta, solo un processo di apprendimento e di scoperta di te stesso.

Dopo qualche settimana noterai la differenza.

E se volessimo risultati più profondi e duraturi?

Io ho trovato un ottimo modo per avere risultati più profondi e duraturi. Un modo che mi ha permesso di creare degli automatismi che vanno anche oltre la respirazione diaframmatica: il Wing Chun.

Il Wing Chun è una disciplina marziale che forse conoscerai grazie ai film sul maestro Ip Man interpretato da Donnie Yen o per essere stata la prima impronta marziale di Bruce Lee.

Ma il Wing Chun è molto di più. È un modo di condurre la vita basandola sulla ricerca di un equilibrio interiore che ci permette, in ultima analisi, di destreggiarci tra 1, 10, 1000 sfide che la vita ci lancia senza lasciarci sopraffare.

Grazie agli allenamenti presso la nostra palestra, imparerai a respirare con il diaframma in surrogati di situazioni stressanti, derivanti dallo sforzo fisico che interviene ad allenare attivamente anche la mente, divertenti e sociali perché lo stress fisico non deve essere fonte di stress emotivo!

Con solo 3 ore settimanali, ben diverse dalle 14 di cui parlavo prima, sarai immerso in un ambiente di apprendimento ideale per facilitare, velocizzare e cementare l’automatismo della respirazione diaframmatica.

Sei il benvenuto a provare con mano di cosa stiamo parlando. Prenota ora una lezione di prova gratuita e comincia a costruire una soluzione semplice, efficace e a costo zero per vivere una vita con meno stress, più serenità e benessere psico-fisico.

Ti aspettiamo!


Immagine: cortesia di Boldfrontiers presso DeviantArt